Come è stato
fatto l’anno scorso con il Comitato Giir
di Mónt, facciamo ora il punto su un'altra manifestazione importante per il
nostro paese: “Premana rivive l'antico”. Da fuori probabilmente non sempre si
riesce ad avere il polso della situazione, non si conoscono a fondo tanti
aspetti della manifestazione. Per questo abbiamo chiesto ai membri della Pro
Loco di raccontarci un po’ di quello che succede dietro le quinte.
La prossima edizione
sarà la nona... Qual è l'approccio alla manifestazione dopo tanti anni?
Sembra banale dirlo, ma innanzi tutto si spera nel bel tempo
già con un anno di anticipo. L’aspetto meteorologico è fondamentale, e nel 2014
si è visto, purtroppo!
Siamo cresciuti come dimensioni, secondo noi siamo anche
migliorati grazie all’esperienza accumulata: gestisci meglio tutti gli aspetti,
suddividi meglio i compiti, deleghi di più, in modo che nei momenti salienti ti
puoi concentrare meglio. Teniamo presente che si parte almeno con sei mesi di
anticipo.
I primi mesi sono dedicati alla promozione, depliant in
primis. Si punta sempre a fare in modo che sia disponibile entro luglio (per il
giir di mónt e agosto). Marzo, aprile,
maggio sono mesi in cui ci si dedica alla ricerca di sponsor, patrocini (anche
per immagine e visibilità: nel 2014 avevamo, ad esempio, il patrocinio del
Padiglione Italia dell'Expo), burocrazia anche pesante, ma che è necessaria.
Gli aspetti relativi alla comunicazione sono fondamentali e vengono seguiti dal
nostro Consiglio.
Poi si inizia a lavorare sul percorso, specialmente sulla
parte bassa, che sempre necessita di manutenzione. Si tenga presente che il
percorso deve essere definito per tempo, in tempo utile perché sul depliant
possa essere stampata la cartina.
Spesso ci sono poi delle novità, delle aggiunte, delle
migliorie "strutturali": la seriöle,
nuovi tratti di sentiero, staccionate...
Cosa si fa nell'anno
di "riposo"? Non sarete disoccupati...
Nell'anno in cui non c’è la manifestazione ci si occupa di
aspetti particolari. L’obiettivo di quest’ultimo periodo, ad esempio, è la
sistemazione della zona Fim, anche
per altri utilizzi (museo diffuso, percorsi guidati). Vorremmo chiarire la
situazione definitivamente, visto che è sorto qualche problema... Un altro
aspetto a cui si guarda per tempo è quello riguardante l’osteria, punto sempre
strategico ma anche spesso problematico. In otto edizioni abbiamo cambiato ben
quattro osterie!
Vogliamo ricordare
com’è organizzata la manifestazione? Quali sono le modalità di coinvolgimento
del paese? Com’è la risposta di chi è chiamato a collaborare?
Ad un certo punto l’esigenza di organizzarsi meglio ha
portato a coinvolgere tutto il paese tramite le varie associazioni, con
l’intento di rendere la cosa più sistematica. Contestualmente è stata inserita
anche la motivazione economica, prevedendo la suddivisione preventiva oltre che
dei compiti anche dei proventi della manifestazione.
Il 100% del guadagno totale viene suddiviso fra tutti i
soggetti associativi partecipanti (Pro Loco inclusa). Si dialoga preventivamente
e si trattano anche gli aspetti economici in base alle esigenze e alle diverse necessità
del momento. Ad esempio, negli ultimi anni noi abbiamo trattenuto una
percentuale più alta, viste le spese affrontate per la nuova sede. Ma lo stesso
è successo anche per altri soggetti.
La rete dei collaboratori è ancora volitiva e ben disposta,
e ormai non si può più prescindere da questa collaborazione. È anche un fatto di
responsabilizzazione... L'interesse economico dà più responsabilità e fa
sentire maggiormente l’impegno. Questa suddivisione dei compiti è ciò che ha
permesso la sopravvivenza stessa della manifestazione, che altrimenti sarebbe
divenuta ingestibile. Sono due le persone responsabili del percorso: Diego Pomi
per la parte bassa, Pièro Frik in
paese: senza la collaborazione delle associazioni in due non potrebbero di
certo assumersi tale compito! Dopo diverse edizioni gestite in questo modo (la
riunione in cui le associazioni fissano compiti e percentuali si fa già a
febbraio/marzo) ora la cosa è nettamente migliorata, e questo ha parecchio
alleggerito il nostro impegno pratico diretto.
Tra l’altro in questo modo viene risolto il problema della
distribuzione dei proventi, cosa che senza una suddivisione prefissata avrebbe
magari comportato qualche difficoltà (si tratta di cifre importanti...). Va
comunque notato che una buona fetta dell’utile viene comunque data in
beneficienza anche a chi non si fa carico direttamente di aspetti pratici lungo
il percorso.
Vogliamo ricordare come
è nato "l'Antico"?
A parte che per certi aspetti marginali, la Pro Loco non era
coinvolta agli inizi. Si è trattato semplicemente di un gruppo di amici appassionati
che nel 2003 si è organizzato (Comitato Antichi Mestieri) e si è dedicato a
questa novità (per allora). Capofila era Roberto Fazzini, con Sara Ambrosioni,
Diego Pomi, Stefano Gianola, Francesco Migliore, Antonio Bertoldini. Solo dalla
seconda edizione nel 2004 la Pro Loco è stata coinvolta ufficialmente. Una Pro
Loco con nuove leve, giovane e con grande entusiasmo; già dal 2004 si era
capito che non si trattava di una cosa da prendere per scherzo.
Come si è evoluta nel
tempo la manifestazione?
Nei primi anni era considerata più una festa per i premanesi.
Poi via via c'è stata la svolta: si è capito che arrivava gente da fuori per
vedere Premana e per ammirare questa manifestazione. Per qualcuno il fatto che
qualcuno arrivava e pagava per vedere i Premanesi a fare... loro stessi...
ecco... risultava sorprendente! I figuranti l’hanno capito sempre di più e sono
stati responsabilizzati, anche se questo comportava magari più impegno e meno
divertimento. Il paese si è interessato sempre di più alla manifestazione, ci
teneva ai risultati, economici e non.
A livello di
associazioni dunque l’organizzazione si è detto che va avanti bene. A livello
personale invece come va? Ci sono difficoltà a trovare persone disponibili e a
coprire i vari mestieri?
A livello personale, certo, c'è chi una volta ha un
problema, ma in genere siamo molto soddisfatti. È sempre una grande
soddisfazione e un grande incoraggiamento la disponibilità che danno centinaia
di persone!
Nel 2014 è stata fatta una riunione coi giovani (classi '92/'98,
presenti una cinquantina), non solo per necessità materiale, ma per coinvolgere
una fascia apparentemente poco interessata. Abbiamo capito che avevano bisogno
di qualcuno che assegnasse loro un incarico preciso, e si sono sentiti
valorizzati. Alcuni giovani sono stati messi a tagliare legna, o a spant ledàm, (al maglio non potevano
essere messi!!), e almeno hanno svolto un compito, si sono sentiti inseriti.
Nell’edizione precedente si era notato un po’ di
disinteresse, erano in giro a zonzo senza precisi incarichi. L’intento della
riunione era anche quello di iniziare ad affiancare giovani ad anziani per far
pratica, imparare. Purtroppo già adesso dobbiamo constatare che alcuni mestieri
sono scomparsi con le ultime persone che li facevano.
Ad esempio, a filare la lana di giovani non ce ne sono. Cosa
succederà fra qualche anno? Questo è un grosso problema. Si è chiesto ai
giovani di provare, ma da questo punto di vista il futuro rimane un punto di
domanda. Quello che ha sempre fatto la differenza rispetto ad altre
manifestazioni analoghe, è che qui i mestieri vengono svolti da persone che non
"recitano", ma li svolgono abitualmente. Per il futuro riusciremo a
continuare così? Ci sarà qualcuno capace, ad esempio, di forgiare al maglio tra
qualche anno? Questo è un grosso interrogativo.
Bisogna fare appello a giovani e vecchi per trovare un modo
di incentivare questo affiancamento. Il museo per la verità già qualcosa ha
fatto: canto, costume tradizionale, cucina (un successone!).
Ad ogni modo pensiamo che la manifestazione abbia già
salvato molti aspetti che si sarebbero altrimenti persi (costumi, canto,
luoghi, case). Lo stesso gruppo dei coscritti, oggi con molti impegni, è
sostanzialmente nato dall'"Antico"!
Avete individuato
qualche criticità?
Il pericolo col passar degli anni è quello di curare meno la
qualità e gli aspetti storici (es. pojat,
piazzato "per forza" in un luogo non adatto), esponendosi al rischio
che l’"esperto" di turno, magari un giornalista, trovi delle pecche. Purtroppo
devi accettare qualche compromesso. Costumi: non si smette mai di fare raccomandazioni
ma qualcosa nella massa sfugge sempre. Dovrebbe prevalere il buon senso e il
fidarsi di chi ne sa di più. Nelle case in parte è già così: i più esperti o le
più esperte hanno voce in capitolo e a volte si prendono l’onere di fare
qualche richiamo; poi qualcuno che fa di testa propria magari rimane.
Capita talvolta che i problemi nascano da parte di chi non è
inserito nell'organizzazione, dalle "comparse" che non sono organizzate
da nessuno e che purtroppo non partecipano alle riunioni preparatorie.
È importante che i figuranti capiscano che non sono in festa
per due giorni; fuori orario di manifestazione sì, ma
nell’orario serve impegno e dedizione al ruolo. Le cadute di stile fanno sempre
un danno alla manifestazione. D’accordo che tutti si prestano gratuitamente, ma
bisogna comunque mantenere il senso del limite e un certo decoro: non vogliamo
essere bacchettoni, ma questo aspetto è cruciale. Siamo comunque convinti che
rispetto ai primi anni sia molto migliorato questo aspetto (anche perché
abbiamo anticipato l’orario di chiusura della “festa” per il sabato sera).
Capita anche di trovarsi davanti a iniziative individuali,
non concordate con l’organizzazione, che a volte hanno dell’assurdo. Non è che
in quei due giorni uno può prendere le prime due cose vecchie che ha in casa,
sbatterle in vetrina o lungo la strada e scriverci quello che gli pare...
L'ambientazione è indicativamente fra le due Guerre Mondiali: le cose degli
anni Sessanta non c’entrano nulla! E invece è capitato un episodio simile e, quando
succede, l’organizzazione ci fa una brutta figura: puoi fargli sapere il tuo
disappunto, ma non puoi vietare niente!
A volte si rimane improvvisamente "a piedi" per
case che ti davano e poi non più, magari dopo grandi lavori di sgombero di cui
ci siamo curati noi... Legittime scelte ma a volte lasciano un po’ in
difficoltà... Poi però queste difficoltà vengono ampiamente compensate da
manifestazioni di disponibilità che lasciano senza parole.
Non è che si sta puntando solo al risultato economico, però
non si può nemmeno arrivare ad un’eccessiva pignoleria che scoraggerebbe molti
e ridimensionerebbe la manifestazione (e pure... l’incasso!). Quante volte
abbiamo comunque fatto scelte antieconomiche! Ad esempio si potrebbe vendere la
minestra al past (té vendaréset daa' él brasch!!), ma non
lo si fa. In Casnèe invece si vende
da mangiare e da bere, ma prima di tutto è un’esigenza dei visitatori, e in
secondo luogo è chiaro che non è una ricostruzione storica ma puramente un
punto di ristoro.
Teniamo presente tuttavia che i maggiori complimenti non vengono
fatti sui dettagli, ma sull'atmosfera, sul contesto, sul canto, sul grande
movimento, sulla spontaneità, sull'ambiente in generale (anche se poi c'è
qualche cotóon mal portato...). E a
noi premanesi il creare questo contesto riesce terribilmente bene, in ogni
occasione! E da fuori, questo si nota e viene apprezzato.
Noi ne abbiamo
parlato qualche volta in redazione: siamo convinti che la cura della qualità
sia imprescindibile, pur senza arrivare alla pignoleria assoluta. È un percorso
graduale... Forse si può rinunciare a qualche aspetto "quantitativo",
e anche ridurre l’estensione della manifestazione, ma bisognerebbe fare in modo
di ridurre al minimo gli "inciampi" che una realtà così grande può
comportare. Per 99 persone che si bevono tutto quello che vedono, ce n'è uno
più competente che coglie anche i dettagli, e magari ti stronca con un articolo
critico su una rivista... Sappiamo che è una preoccupazione anche vostra, da
sempre: il rischio della mascherata è dietro l'angolo!
Lo raccomandiamo sempre, e sempre con maggiore convinzione,
visto che negli anni qualche situazione imbarazzante si è creata. Bisogna anche
dire che queste cose si dicono sempre anche alle varie riunioni preparatorie,
che purtroppo sono poco partecipate, o meglio, lo sono da parte delle persone
che... ne potrebbero fare a meno, e non da parte di chi avrebbe bisogno,
diciamo, di un po’ di formazione. Alle riunioni plenarie intervengono sempre
poche persone, dovrebbe arrivare tutto il paese!! (Scrivetelo!)
Bisogna anche dire che spesso mancano proprio i vestiti, e
pur di partecipare qualcuno si butta addosso quello che capita. Oppure parliamo
di accessori, rossetti, piercing, scarpe da tennis col cotóon, capelli con acconciature completamente fuori luogo. Poi è
difficile fare osservazione. In fin dei conti ognuno è libero di andare in giro
come vuole, non sono previste autorizzazioni preventive... Basterebbe un
briciolo di buon senso e capacità di ascoltare qualche buon consiglio.
Ci sembra da sempre
evidente il problema degli abiti per ragazzi e, soprattutto, ragazze, sotto i
14/15 anni, che non portano (non devono portare!) il cotóon. Si vedono in giro ragazzine agghindate come spaventapasseri
a volte...
Vero! Non possiamo che confermare e invitare di nuovo tutti
a informarsi e prepararsi per tempo, senza improvvisare ma chiedendo anche a
chi ne sa di più. Noi cerchiamo di chiedere sempre di più, per ottenere una
manifestazione di qualità sempre maggiore.
Noi ultimamente siamo
diventati un po’ più attenti anche per via del film (Il Mattino sorge ad Est)
per i cui costumi è stata dedicata un'attenzione maniacale... Detto dei
problemi a vestire i giovanissimi, anche per gli adulti c'è qualche problema...
Se per le donne non si può pretendere che tutte abbiano il cotóon da la fèste e da la vegnodì, (al massimo si tratta di
perfezionare "come" lo portano, nei dettagli) gli uomini invece
secondo noi stanno facendo diventare abituale una tenuta che proprio esatta non
è: pantaloni "a la ragno", stretti
sotto il ginocchio, e camicioni a quadri colorati, blu, rossi, verdi (la
classica "Carlo Mauri"!), fuori dai pantaloni. Se si guardano un po’
di fotografie dell'epoca, si può ben vedere che le camicie erano sempre a tinta
unita, quasi sempre chiare, senza colletto, c'erano dei gran gicaréi, giacche, e pantaloni larghi, o
fino alla caviglia, oppure con lo sbuffo sotto il ginocchio, ma larghi! Non è
difficile adattare vestiti, anche di oggi o comunque di venti/trent'anni fa! A
poco a poco andrebbe introdotto un "codice" del vestiario.
Probabilmente in tanti "sbagliano" in totale buona fede, e con le
indicazioni giuste si potrebbero fare dei passi avanti.
Siamo disponibili ad accogliere tutti i suggerimenti del
caso, anche in base all’esperienza che avete fatto per girare il film. Poi...
se troviamo qualcuno che impara a battere al maglio, non faremo certamente gli schizzinosi perché mette la camicia scozzese!
Noi crediamo che si
sentirà ancora più valorizzato perfezionando il suo costume... La ricerca della
qualità non crediamo che sia accolta solo come pignoleria, ma anche come
stimolo al miglioramento... Poi qualche compromesso bisognerà accettarlo.
Raccontateci ora qualche
aneddoto...
Edizione 2014: tempo pessimo. Verso mezzogiorno i figuranti
della parte bassa sono stati lasciati tutti liberi di tornarsene a casa (pur se
tutti disponibili a rimanere, ben inzuppati). Arriva la notizia che è crollato
un bel tratto di sentiero che porta in paese. Cosa si fa? Proviamo o non
proviamo a sistemarlo?
Si decide di intervenire. Cinque, sei telefonate ("mighe proprio... gentilìsim...!")
alle persone giuste, e in mezz’ora sono arrivate settanta persone disponibili
all’intervento. Quasi commovente. Facciamo meno fatica a trovare gente disposta
a fare lavori pesanti sotto l’acqua, che all’assemblea belli al caldo!
Sempre nel 2014, abbiamo il magone per il brutto tempo...
Tutti quelli che incontravi ti consolavano: "L'è
mighe cólpe vòse!!".
Nel 2012, verso settembre (con pochissimo anticipo dunque), iniziano
i lavori per recupero seriöle (se
avessimo saputo a cosa stavamo andando incontro, chissà se avremmo iniziato...
Va beh!). Tutte le imprese edili di Premana erano giù a lavorare fianco a
fianco, gratuitamente. Anche altre ditte, oltre al tempo, hanno reso
disponibili i loro mezzi, senza chiedere nulla in cambio. Una grande
collaborazione offerta con disponibilità e spontaneità... Se non sono
positività queste... È quello che più di ogni altra cosa spinge ad andare
avanti.
Quali sono i
principali problemi pratici/logistici?
Il primo problema da affrontare ogni anno riguarda la quantità
degli alimenti da comprare, con l’obiettivo di non rimanere senza, ma anche
quello di non sciupare... Nel 2014 il sabato è avanzata una montagna di pane
(ma la domenica, con le salsicce abbrustolite, anche il pane del giorno prima è
andato bene...).
Altro aspetto impegnativo è la gestione dei bus-navetta.
Difficile stimare quanti ne sono necessari nei vari momenti, importante
definire attentamente i percorsi, sempre complicato trovare chi sia disponibile
a fare da guida/accompagnatore...
I bar-ristori nelle prime edizioni li curavamo direttamente,
ma via via la gestione è stata interamente delegata, e non ce ne interessiamo
più.
La cadenza biennale è
una scelta confermata?
Confermatissima! Stiamo valutando se sarebbe possibile
renderla "rimandabile" di una o due settimane in caso di brutto
tempo, ma c’è l’enorme problema della comunicazione. Difficile riuscirci...
Nel 2015 durante il weekend dell'"Antico" c'era un
tempo bellissimo, e i commenti sulle bellissime condizioni si sprecavano, e non
solo al nostro interno... Solo per dire quanto questa manifestazione faccia ormai
parte di noi e del paese... Se ne parla anche quando non c'è (ed è pure
arrivato qualcuno a vederla!!).
Andiamo verso la
conclusione...
Innanzi tutto vi diamo la notizia che noi aspettiamo sempre
che nuove forze si aggiungano alle nostre, o per entrare in Pro Loco, o dando
anche solo una mano per l'"Antico"... c'è già un gruppo di persone
che lavorano solo per questo, è come se ci fosse un comitato "di
fatto", non ufficiale! L’arrivo di nuove persone è sempre un bene. Ormai
noi abbiamo acquisito un certo modo di fare, abbiamo determinate convinzioni, a
torto o a ragione, ma non è detto che le nostre idee e strategie siano le
uniche possibili e siano sempre vincenti, e anche le critiche, purché
costruttive, portano sempre un valore aggiunto.
Concludendo, diciamo che sì, l'organizzazione è pesante e
impegnativa, ma è anche divertente, stimolante, coinvolgente. Si creano
contatti, amicizie, si lavora in gruppo volentieri: questo è l’appello e l’incoraggiamento
che vogliamo fare al termine di questa chiacchierata: giovani, buttatevi!
Rimane fondamentale che, sia prima che durante la
manifestazione, chi si dà da fare si possa anche divertire, stia bene in
compagnia, e questo accade in qualsiasi realtà associativa e non. Quando si
fanno le giornate di lavoro a Giabbio, alla fine dei lavori si fa un po’ di
festa, si mangia e si beve qualcosa insieme... Questo è positivo, aumenta il
coinvolgimento, gratifica. I premanesi hanno ancora una forza grande, forse
solo nostra, che è quella di saper lavorare insieme, senza tornaconto personale:
è un valore da non perdere.
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