3 aprile 1941 - 15 maggio 2013 |
Siamo rimasti orfani.
Dobbiamo comunicare purtroppo che per l’improvviso aggravarsi di una malattia, della cui presenza aveva consapevolezza, è deceduto in Premana, mercoledì 15 maggio a sera, il nostro Direttore ed Amico Antonio Bellati, circondato dalla moglie e dai quattro figli.
Il funerale è stato celebrato alle ore 15 di venerdì 17 maggio.
Il periodico “Il Corno”, da lui fondato e sempre diretto, esce in questo numero con alcune pagine doverosamente a lui dedicate.
Faremo ogni sforzo per uscire anche a settembre ed a dicembre, come voluto da lui e dalla sua famiglia e condiviso da noi tutti.
Vogliamo raggiungere il traguardo de “Il Corno” numero 200, dopo ben cinquant’anni di puntuali uscite trimestrali, per rendere il nostro omaggio filiale al caro amico Toni.
Poi vedremo.
Buona lettura.
I Redattori
Dobbiamo comunicare purtroppo che per l’improvviso aggravarsi di una malattia, della cui presenza aveva consapevolezza, è deceduto in Premana, mercoledì 15 maggio a sera, il nostro Direttore ed Amico Antonio Bellati, circondato dalla moglie e dai quattro figli.
Il funerale è stato celebrato alle ore 15 di venerdì 17 maggio.
Il periodico “Il Corno”, da lui fondato e sempre diretto, esce in questo numero con alcune pagine doverosamente a lui dedicate.
Faremo ogni sforzo per uscire anche a settembre ed a dicembre, come voluto da lui e dalla sua famiglia e condiviso da noi tutti.
Vogliamo raggiungere il traguardo de “Il Corno” numero 200, dopo ben cinquant’anni di puntuali uscite trimestrali, per rendere il nostro omaggio filiale al caro amico Toni.
Poi vedremo.
Buona lettura.
I Redattori
OMELIA
PER IL FUNERALE
Premana,
17 maggio 2013
Oggi
qui in Chiesa stiamo vivendo un momento di fede, stiamo celebrando la
nostra fede.
1)
Celebriamo la nostra fede
nella risurrezione di Gesù
e confermiamo ancora una volta la nostra speranza nella vita eterna.
Questa speranza la affermiamo oggi con papà Antonio che nel cammino
della sua esistenza si è spesso fermato a fare silenzio, a guardare
in alto, a parlare con Dio nella consapevolezza che al termine di
questa vita ci sarebbe stata l'eternità dell'incontro con Lui. Così
scrive il Toni in una sua poesia
"che
a la fin fiin avròo trovàa ‘l sentéer:
lasü
süinscìm incontraròo la Paas".
che
finalmente avrò trovato il sentiero
e
lassù in alto troverò la pace.
E
noi sappiamo che il Toni si è preparato per questo incontro come
anche testimonia quest'altra sua poesia
"Oo
fam morì Segnoor mighe de corse,
fa
che me n’ rende cont quant n’oo da ‘nda.
O
ciamem puur ma damele la forze
de
dìt: soo pront,
laghe
ch’em giche scià".
Fammi
morir, Signore, non di corsa,
fa’
che comprenda quando dovrò partire;
chiamami
pure ma dammi Tu la forza
di
dir: - Son pronto, lascia che mi prepari.
E
ancora scrive il Toni nel suo testamento:
"Carissimi,
noi
siamo nelle mani di Dio, così come siamo peccatori, almeno io,
bisognosi di essere da Lui accuditi, condotti, guidati, ordinati.
E
non c'è nulla di fuori posto in quella che noi chiamiamo morte,
anch'essa è un atto di Grazia che Dio ci elargisce, che Dio ci
regala, ed è grazia in qualsiasi momento avvenga, in qualsiasi
circostanza, in qualsiasi forma. Sì, noi dobbiamo cercare di vivere
bene, ma dobbiamo nel contempo sforzarci di diventare indifferenti
alla vita ed alla morte perché non di vita e di morte si tratta ma
semplicemente di due forme diverse del nostro essere sempre più
pienamente nella libertà vera, che è poi la volontà di Dio."
2)
Stiamo celebrando la nostra fede perché siamo qui per
ascoltare ancora una volta quella Parola
che ha accompagnato la vita di papà Antonio e oggi la Parola di Dio
ci dice che niente ci potrà separare da Dio e dal suo amore.... E
per questo potremmo dire che l'unico modo per separarci da questo
amore è il volerlo noi stessi.
Qualche
volta gli avvenimenti, la frenesia, le nostre stesse passioni ci
fanno togliere lo sguardo dalla nostra Unica Certezza e restiamo
disorientati, ma il funerale di una persona cara ci ricorda che unico
senso della vita è "essere nelle mani di Dio".
Il
Vangelo ci ricorda che dovremo rendere conto di come abbiamo usato i
nostri talenti. Questa è una responsabilità verso Dio e verso gli
altri. Oggi la parola di Dio ci ricorda che la vita è un grande dono
e val la pena viverla in ogni suo istante con gusto, impegno e
riconoscenza.
3)
Oggi viviamo un momento di fede perché siamo qui a ringraziare
il Signore del dono che ci
ha fatto, il dono di condividere un tratto di strada insieme. Spesso
in momenti come questi ci si ferma al dolore dell'ultimo momento,
alla sofferenza della malattia e si chiede a Dio: Perchè? L'uomo di
fede guarda più in là e riconosce la presenza di Dio e il suo amore
lungo tutta una storia. E noi oggi siamo riconoscenti a Dio per i 72
anni in cui il Toni è stato fratello, i 43 in cui è stato sposo, i
42 in cui è stato papà, altri poi lo ricordano come collaboratore,
collega, amico...
4)
E' un momento di fede quello che stiamo vivendo perché siamo qui
oggi come comunità
che si raduna attorno all'altare. Siamo qui perché abbiamo condiviso
tanto insieme e come comunità vogliamo vivere anche questo momento
di distacco.
E'
importante essere comunità; noi lo abbiamo sperimentato anche in
questi giorni durante i quali abbiamo sentito l'affetto e la
vicinanza di tanti, e questo ci ha fatto bene e di questo
ringraziamo.
Ci
teneva il Toni alla sua comunità.
Il
suo libro "Vit de quai sort" che racconta le vicende di
Premana nel periodo del ventennio fascista e della Seconda guerra
mondiale si conclude così:
"E
la comunità di Premana si ricostruì oltre il dolore, oltre i lutti,
oltre le lacerazioni. La Comunità si mosse con passi meravigliosi,
dei quali ancora oggi ben si vedono i risultati. Ed eccoci dunque a
concludere queste nostre pagine con un auspicio, che la storia,
sempre maestra di vita, ci suggerisce: restiamo Comunità. Questa è
la base e la premessa perché, anche negli anni duemila, Premana
possa continuare a vincere la sfida col tempo che passa, questo è il
nostro augurio, la nostra speranza, la nostra preghiera".
5)
Il Toni, come ciascuno nella sua vita, ha fatto tante cose, verrebbe
voglia di raccontarle e ricordarle anche qui, come abbiamo fatto
questi giorni in casa, così come ogni figlio ama parlare di suo
papà.
La
vita di ogni persona è unica e bella da raccontare, ma ciò che
ancora più ci dà speranza e serenità è pensare che Dio accompagna
la vita di ciascuno, e nella fede sappiamo che è il definitivo
incontro con Lui che illumina tutta la nostra esistenza.
PER
QUESTO OGGI CI BASTA SAPERE CHE
DIO SI PRENDE CURA DI NOI E DEL TONI
Don Angelo e Padre Franco
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