Caro Giovannino,
per decenni quando bisognava scrivere sul Corno il ricordo di qualche personaggio andato avanti, questo difficile compito era spesso affidato alla tua delicatezza, alla tua fine sensibilità. Ora tocca a noi ricordarti.
Domani cominceremo a ricordarti, oggi è difficile.
per decenni quando bisognava scrivere sul Corno il ricordo di qualche personaggio andato avanti, questo difficile compito era spesso affidato alla tua delicatezza, alla tua fine sensibilità. Ora tocca a noi ricordarti.
Domani cominceremo a ricordarti, oggi è difficile.
Da domani saremo pazienti, come te, riconosceremo il tuo operato per ogni dove nel paese, nella Valle e sapremo ripercorrere con ordine il tuo essere stato maestro ed esemplare amministratore, uomo di pensiero e di azione, consigliere e redattore, presidente e regista, sindaco e socio, catechista e, e, e…
Oggi siamo ancora travolti dell'emozione, persi nel vuoto che lasci. Oggi ci manca il Gioanino, l'amico. Oggi, attoniti, non sappiamo fare altro che stringerci attorno ai tuoi cari - fratelli, nipoti, cognati - alla tua Lena e ai tuoi ragazzi, che ti hanno tenuto per mano durante la malattia e che sono stati, prima, sostegno dolcissimo alla tua forza pacata.
Perdonaci perciò, sorridi alla nostra incapacità di ricordarti come meriti. Ciascuno di noi, in questo momento, accoglie in sé disordinate immagini della tua presenza discreta, ma non remissiva, generosa, ma mai ingenua.
A centinaia ti rivedono dietro la cattedra e sanno che anche grazie a te sono diventati le donne e gli uomini di oggi.
Amici, amici di tante avventure e battaglie e imprese, compagni di risate e anche di delusioni, sentono l'eco dei tuoi incoraggiamenti, delle parole che fecero bene.
Qualcuno ti rivedrà con lo zaino sulle spalle, qualcuno immerso nella lettura, qualcuno impegnato in un’animata discussione – sicuramente a tarda sera, magari davanti ad un bicchiere di vino e ün chignööl de formàc...
Ma ciascuno di noi, oggi, si sente soprattutto un po' orfano.
Ecco: a Premana viene a mancare un altro padre: un uomo retto, sobrio; un uomo di fede, che sapeva ascoltare e spronare, mediare e costruire.
Sulle orme di papà Pièro, hai sempre risposto “Io ci sono”, finché ti è stato possibile.
Ti salutiamo perciò con le stesse parole con cui i premanesi salutarono tuo padre, nel settembre del 1967, al cimitero. Sono trascorsi 51 anni da allora: la società è cambiata, l’economia stravolta, le comunicazioni rivoluzionate, la tecnologia talvolta ci sovrasta. Eppure ci pare chiaro, ed è toccante, quanto sia rimasto immutato quello che conta.
Riprendiamo dunque le parole di allora per renderti omaggio ma anche per ricordare a noi stessi ciò che davvero - nel terzo millennio come nel secondo dopoguerra - fa grande un uomo e un paese.
"Ascolta, ascolta ancora una volta le nostre voci, guarda ancora una volta i nostri volti... sì, noi lo sappiamo che tu puoi farlo, lo sappiamo perché siamo Cristiani.
Guarda la gente attorno a te, i tuoi parenti, i premanesi, gli amici tutti […].
Guarda il volto dei tuoi scolari […] di tanti anni fa […], uomini che oggi più che mai ti riconoscono maestro di scuola e di vita.
Guarda i tuoi amici, compagni e collaboratori di tanti anni, di tante lotte, di tante iniziative.
Guarda, guarda la tua gente tutta che veniva in casa, che ti fermava per le strade e ti chiedeva consiglio, aiuto, sostegno in mille e mille cose.
Adesso il volto di tutti è muto, triste, addolorato, perché non sei più tra noi; ma tu ora vedi anche i loro cuori, ecco, tutti i loro cuori ti gridano riconoscenza, ti dicono grazie.
Tutti ti dicono grazie perché hai amato Premana, hai amato Premana sempre e con ogni tua forza, dedicando al tuo paese una vita. Sì, quello che conta nella vita è l'essere generosi, l’amare, il donarsi per gli altri. Tu l'hai avuto questo coraggio, tu sei stato generoso, tu l'hai amata la tua gente ed il Signore che ha visto la tua vita spesa per gli altri […] certo te lo ha già dato il premio per le tue fatiche.
Gioanino, Maestro, Sindec. Così ti chiamavano i premanesi […] Gioanino, Maestro, Sindec […] ora noi ti lasciamo fra tutti i nostri morti, che tu certo hai già ritrovati nella pace di Dio, ti lasciamo qui e torniamo alle nostre case.
Ma lo sappiamo: per il Cristiano anche la morte è vita, vita eterna. Per questo salutandoti ti diciamo addio, perché addio vuol dire a Dio, arrivederci in cielo."
Gli amici del “Corno”